Si può nascere con la paura dell’acqua e diventare il migliore apneista del mondo? La risposta è sì ed è scritta nella storia di Gianluca Genoni, soprannominato l’uomo pesce per la sua straordinaria capacità di scendere negli abissi senza bombole ,con la sola immensa riserva d’ossigeno che riesce a trattenere nei polmoni e con una capacità di autocontrollo che pochi altri esseri viventi, terrestri e marini, probabilmente possiedono. Quarant’anni, nato a Galliate e residente a Busto Arsizio, luoghi molto lontani dal mare, da piccolo Gianluca Genoni aveva una tremenda fobia per l’acqua, al punto da andare in spiaggia con i calzini per non bagnarsi. Una fobia che un giorno ha spinto sua madre, stanca della situazione, ad affrontare il problema nel modo più diretto: iscrivendolo a un corso di nuoto, portandolo in piscina.
Cosa sia accaduto esattamente a bordo vasca è difficile saperlo: forse la fiducia trasmessagli dall’istruttore, forse il voler emulare tanti coetanei che si tuffavano in acqua senza problemi e cominciavano a nuotare a rana, a stile libero, a delfino. Di certo è che il piccolo Gianluca ha iniziato a entrare in acqua. Per non smettere mai più.
Da principio è stato il nuoto, praticato, a livello agonistico fino all’età di vent’anni, con ottimi risultati, fra cui brilla un quinto nei campionati italiani. Poi, quasi per caso, è nata la passione per le immersioni. Immersioni a pochi metri di profondità in piscina, per scoprire quanto riusciva a resistere in apnea, che hanno subito dato risultati strabilianti.
Al primo tentativo in assoluto, senza alcuna preparazione, davanti a pochi compagni d’allenamento, sempre pià sbalorditi man mano che le lancette dei secondi e dei minuti scattavano senza che il futuro “uomo pesce” tornasse a galla, Gianluca Genoni è rimasto senza respirare per tre minuti. Ed è bastata una manciata di tentativi, senza usare nessuna tecnica di respirazione, semplicemente trattenendo il fiato, per abbattere il muro dei quattro minuti, sotto lo sguardo ormai esterefatto dei compagni e dell’allenatore.
Un record per il quale la scienza ha subito trovato una spiegazione: la grandissima capacità polmonare, addirittura di 10 litri, esattamente il doppio di una persona normale. E Gianluca Genoni, sempre più attratto dal sogno di scendere a profondità mai toccate da nessun altro uomo, di battere quelli che per lui erano sempre stati due “mostri sacri” dell’apnea, il suo idolo di sempre Enzo Maiorca e il suo eterno rivale Jacques Mayol, ha subito capito che avrebbe potuto trasformare quel dono di natura in un’affascinante professione. E così, abbandonati i libri di testo della facoltà di Scienze politiche che stava frequentando a Milano, ha deciso di dedicarsi completamente all’apnea.
Le sue prime vere immersioni hanno come teatro il golfo di La Spezia, dove nel 1991 è stato destinato per il servizio militare, ma è a Siracusa, città natale di Enzo Maiorca, che cinque anni più tardi i riflettori si sono accesi su di lui. A Siracusa Gianluca Genoni ha stabito infatti il suo primo record mondiale arrivando a immergersi fino a 106 metri in assetto variabile, cioè nella disciplina che consente l’immersione con una zavorra del peso massimo 30 chilogrammi, che viene staccata una volta raggiunto l’obbiettivo in profondità per poi risalire nuotando in superficie. Due anni dopo, a Porto Ottiolu in Sardegna, il campione d’immersioni che da piccolo aveva il terrore di avvicinarsi all’acqua ha fatto a brandelli invece il precedente record mondiale nella disciplina di assetto variabile assoluto, scendendo a 138 metri di profondità.
Due record mondiali che rappresentano solamente i primi anelli della straordinaria catena di successi ottenuti dall’atleta novarese che il 2 ottobre 2010 a Zoagli, in provincia di Genova, è arrivato a immergersi fino 152 metri di profondità, impresa ancora imbattuta.
Ma Gianluca Genoni è uno di quei campioni ai quali piace alzare (o meglio, in questo caso abbassare) sempre più l’asticella della sfida, misurandosi con traguardi sempre nuovi e diversi. Basti pensare al tentativo, perfettamente riuscito, l’11 maggio 2002, di stabilire anche il record mondiale di apnea statica in ossigeno, rimanendo sott’acqua ben 12 minuti nelle piscine di Busto Arsizio, record che poi ha nuovamente migliorato il 26 novembre 2008, quando si è immerso per ben 18 minuti e 3 secondi’ nella piscina termale di Goito nel Mantovano. Un risultato che ha lasciato increduli anche i medici (il tentativo di record è servito anche a realizzare una serie di test medico scientifici per lo studio fisiologico dei parametri vitali successivi all’apnea prolungata, per aiutare i ricercatori del Dan Europe a individuare alcuni meccanismi ancora sconosciuti del corpo umano) incapaci di capire come una persona potesse stare sott’acqua così tanto tanto tempo. E, cosa ancora più incredibile, di riemergere senza accusare alcun segno di stanchezza. Fresco come una rosa, come se si fosse appena svegliato da un sonnellino ristoratore. Pronto ad affermare che quel record poteva essere ancora battuto, in un nuovo tentativo che prima o poi l’uomo pesce organizzerà.
Ma com’è possibile stabilire simili record superando quelli che a qualunque mortale apparirebbero i confini della realtà? Grazie alla dote di natura, alla capacità polmonare incredibile, certo, ma anche a un allenamento psico-fisico costante, a esercizi effettuati con tecniche ben precise per allenare fisico e mente: molto nuoto, corsa e palestra e, quando la stagione comincia a consentirlo, immersioni in mare. Per tenere allenata la mente invece c’è un mare di tecniche di rilassamento e di respirazione yoga che, ha confessato più d’una volta Gianluca Genoni, lo hanno aiutato e lo aiutano anche nella “normale vita quotidiana”. Un allenamento psicologico determinante per avere il dominio totale nelle profondità marine, ma anche per affrontare imprevisti. Come, per esempio, dover annullare all’ultimo istante, per condizioni meteo avverse, un’impresa preparata per settimane, per mesi. Situazioni stressanti, capaci di lasciare chiunque col fiato sospeso. Tranne uno che il fiato lo può trattenere per un’eternità, superando ogni volta traguardi apparentemente irraggiungibili per qualunque uomo. Eccetto l’uomo pesce che ha trasformato nel suo habitat naturale l’acqua. Quella stessa acqua che da bambino lo terrorizzava. E che invece, una volta superata la paura, gli ha regalato emozioni profondissime…
Testo realizzato da Baskerville srl per mareonline.it
pubblicato il 23 Novembre 2017 da admin | in Personaggi, Storie | tag: Enzo Maiorca, Gianluca Genoni, immersioni in assetto variabile, Jacques Mayol, l'uomo pesce | commenti: 2
Mittticcccooooooo!!!! Il delfino ha subito riconosciuto un suo simile!!!!!!!!!!!
Uno già arriva a 150 metri di profondità e la cosa, come avrebbe detto Richard Matheson, è già ai confini della realtà. Ma poi deve risalire, e sopra ha un muro d’acqua spaventoso!!!!! Come fa con la testa? Roba da avere un processore megagalattico alposto dei neuroni…..