“Tre milioni di euro come buona uscita per nove mesi di lavoro e tutto questo mentre l’azienda e il suo amministratore delegato ci spiegano da un anno che non sono più possibili aumenti salariali per tutti i lavoratori, che la concorrenza sul mercato mondiale chiede sacrifici, che per queste ragioni ha disdettato gli accordi sindacali provocando una perdita per operai, impiegati e tecnici tra 80 e 110 euro al mese da nove mesi”. È un autentico siluro quello “sparato” da Bruno Manganaro, segretario della Fiom Cgil di Genova, contro la scelta di Fincantieri di aver risolto a peso d’oro il contratto con il direttore generale Andrea Mangoni per conflitti con l’amministratore delegato. Una buonuscita dorata sulla quale il rappresentante sindacale si è detto “interessato conoscere l’opinione del presidente del Consiglio Matteo Renzi visto che il governo è proprietario al 70 per cento dell’azienda. Può essere che l’Italia riparta, come ci viene spiegato Renzi”, ha commentato con condivisibile sarcasmo il rappresentante sindacale, “ma c’è chi va a nuoto e chi su un panfilo d’oro!”
pubblicato il 2 Gennaio 2016 da admin | in | tag: Andrea mangoni, Bruno manganaro, buonuscita dorata in Fincantieri | commenti: 0