Una barca può essere utilizzata per provare per la prima volta l’esperienza della navigazione, per sperimentare un nuovo modo di stare con altre persone, magari sconosciute, condividendo pochi metri quadrati sperduti in mare, per salpare alla scoperta di nuove mete, per mettere alla prova se stessi, affrontando le attraversate più avventurose. Il disegno di una barca può invece spingere a navigare in un mare di riflessioni, facendo indifferentemente rotta verso il passato o il futuro della propria esistenza, fino ad approdare nel profondo della propria anima. Accade ammirando i disegni delle barche (o meglio di scafi appena abbozzati in un antico cantiere e, all’estremo opposto, di antiche imbarcazioni profondamente segnate dal tempo o addirittura devastate da un terribile naufragio) realizzati da Francesco Parimbelli
artista bergamasco che con la sua prima “collezione” di opere ispirate al mare e alla navigazione ha dimostrato una volta di più l’immenso talento già esibito in passato con altri soggetti quali ritratti di persone o disegni di fantastici alberi capaci di far germogliare nei loro giochi di chiaroscuro le più incredibili emozioni, sensazioni e interpretazioni.
Cosa che accade anche con i disegni a carboncino, in alcuni casi di notevoli dimensioni (si va dai disegni da un metro per 70 centimetri a quelli da un metro e mezzo per oltre due metri), che Francesco Parimbelli ha realizzato ispirandosi a un vecchio relitto ottocentesco abbandonato in disarmo presso un deposito veneziano, messo a fuoco da ogni posizione, con sguardo sempre differente, fino a far diventare una stiva una brace che ancora lancia tremuli bagliori, una chiglia quasi un volto umano o un elmo vichingo, e che ha esposto, in anteprima assoluta a Bergamo, città dove è nato e dove ha lo studio,in una mostra intitolata “Dalle acque profonde”.
Disegni che riprendono la preghiera, che risuona frequentemente nelle scritture e che l’uomo innalza a Dio, nello sforzo spesso terribile di mantenere la rotta nelle acque profonde dell’angoscia e dell’assedio del male, con la speranza di fare rotta verso la salvezza; disegni che invitano chi li guarda, credenti e non, a “salire a bordo” di quei fogli di carta tratteggiati a carboncino per compiere un viaggio virtuale su scafi che di volta in volta rappresentano le varie fasi della vita e della storia di ognuno: dalle stive, a volte segnate da profonde cicatrici, che sono grembo e sepolcro, strutture in gestazione e spoglie consumate, ossature di corpi destinati a diventare muscolosi e corpi sofferenti piagati da malattie mortali portate dal vento e dalle onde, da un incendio divampato a bordo o da un tremendo urto contro una scogliera. Con un solo obiettivo, comune a tutti i disegni: far emergere le più profonde esperienze della vita di un uomo, passando dalla più debole fragilità dell’intreccio delle travi della chiglia alla titanica forza distruttrice di un uragano, richiamando la debolezza della nostra contemporaneità e la forza della volontà di guardare oltre.
Un obiettivo puntualmente raggiunto attraverso disegni capaci di parlare di vita e di morte, di amore e di odio e paura. Disegni che, riprendendo le parole di un testo scritto da un uomo di chiesa, don Giuliano, sono “capaci di illuminare come lampade l’enigma della coscienza umana e sanno dare all’arte lo spessore spirituale che ha potuto raggiungere nei secoli”. Disegni capaci di sprofondare in ciò che è più tragico e irrisolto, mancante e incompiuto, contingente ed effimero, per riemergere ogni volta con una visione diversa di quanto tutto questo aveva potuto rappresentare in precedenza, prima di guardare quelle forme che affiorano dal biancore della carta trasformandosi in strumenti d’indagine, di studio, di scoperta della realtà. Disegni capaci di lanciare messaggi differenti trasformandosi in fantastiche lenti d’ingrandimento e di aiutare a guardare dentro se stessi, ingrandendo cose magari solo intraviste prima, oppure impossibili da vedere in fondo al blu profondo di un mare di pensieri capaci tutt’alpiù di galleggiare in superficie. Un mare di sensazioni, emozioni, riflessioni trasmesso da disegni di una bellezza unica, che moltissimi vorrebbero probabilmente poter avere nella propria casa o studio, sulla propria barca. Per poter ammirare opere di un’arte profonda e imparare a vedere ogni volta attraverso quella profondità, oltre quel sottile strato di carta, fino ad approdare a mondi che ci sono sempre appartenuti ma che forse non avevamo mai saputo esplorare. Info: te. 347 5043643; e mail francesco.parimbelli@fastwebnet.it
Testo realizzato da Baskerville srl per mareonline
pubblicato il 1 Aprile 2019 da admin | in Quadri | tag: disegni di navi, disegni di relitti, Francesco Parimbelli, i migliori disegni di navi, mostra Dalle acque profonde | commenti: 0